venerdì 29 novembre 2013

PROFUMI E ODORI

Il lavoro mi ha portato in un'azienda di creme. 
Creme per le mani, creme per il corpo, creme per le gambe. 
Olio per massaggi e altre cose così.
Fosse per l'uso che ne faccio io, avrebbero già chiuso. 
Ho scoperto che esiste un gruppo di persone che annusa le creme. 
Volevo morire. 
Entri in questo ufficio/laboratorio/gabbia e senti mille odori mescolati. 
E tutti emozionati: ecco, senta senta, questo è il mughetto, questo è il limone, questo il bergamotto, e questo è il muschio economico, e questo è il muschio quello caro... 
questa è la menta, che se lo mischi con -non ricordo cosa- aggiunge una nota di -non ricordo cosa- 

Io ho imparato solo una cosa su odori e profumi: 
li posso dividere in tre categorie: 
le puzze
i profumi fastidiosi
l'odore di buono

Per dire: il mio fidanzato storico, quando lo conobbi, puzzava. 
Sapeva di sudore, non usava il deodorante e secondo me si lavava anche poco. 
Lo educai negli anni a lavarsi e dotarsi di deodorante, il risultato fu tremendo: ho creato un metrosessuale, all'epoca non si usava la parola metrosessuale, era direttamente catalogabile come gay, in realtà non è gay, magari lo fosse, è proprio coglione e basta. (ecco, anni di terapia e non ho risolto una fava). 

Per dire: il mio secondo fidanzato storico  trombamico usa un profumo buonissimo. Così buonissimo che sono sicura, mi innamorai del profumo. Mi innamorai del profumo al punto di comprarmelo e farlo mio, ma su di me sapeva di acqua di colonia del mercato a 2€, non so, quelle tipo "Armadi" , "Ives Saint Lorenz","Dolce & Gabbiano".  Ora è fastidioso ovunque quel profumo, specialmente se è su di lui. 

Per dire: il mio moroso attuale usava un profumo orrendo. La prima volta che passai la notte da lui, la mattina dopo avevo questo odore di dopobarba ovunque.
Ricordo che lo chiamai e gli dissi " puzzo come un puttaniere" 
Ho gestito in maniera superlativa il problema eliminando il suo dopobarba e sostituendolo con uno praticamente inodore di mio gradimento. 
Così su due piedi può sembrare un gesto da dittatore, vi assicuro che è stato molto comprensivo "mi piaci, ma odio quel dopobarba, o lo cambi o non te la do più".
Inutile dire che il profumo che preferisco è quello della pelle, che 'sti feromoni esisteranno per qualcosa no? 




mercoledì 20 novembre 2013

CON L'AIUTO DELLA MAMMA...

Così iniziano i compiti a casa del figlio dei miei vicini da casa.

C'è qualcosa che non mi torna.

Non so se mi fa più pena la mamma, il papà, il bambino, la maestra o noi.

Seconda elementare:
con l'aiuto della mamma cerca su internet la foto della tua città da mettere sul quaderno di geografia.

Partiamo da:
ma perché proprio con l'aiuto della mamma?
se ti aiuta papà sei uno sfigato?

E poi perché per i compiti bisogna avere l'aiuto della mamma?
I compiti sono dei figli, che li fanno in autonomia, un adulto (che non è per forza la mamma) dovrebbe controllare che siano stati fatti.
E poi che cavolo di compito è cercare su internet una foto?

Se un compito a casa inizia con "Con l'aiuto di ..." siamo già partiti con il piede sbagliato, stiamo già dicendo ad un settenne che senza l'aiuto di qualcuno si fa un cazzo.

La scuola non dovrebbe insegnarti l'autonomia, la gestione delle tue cose, la relazione con il mondo...

Senza contare che, a detta del mio vicino di casa, si è scatenata una guerra tra madri:
la mia foto è più bella della tua, io l'ho presa da quel sito, io l'ho stampata con la stampante da 2 milioni di colori...

E se io non ho il computer? Mio figlio che ritaglia le foto dai giornali è uno sfigato?
e se io lavoro e lui sta con la nonna? Che per fortuna non lo fa giocare su internet a 7 anni?

Alle mie elementari il compito era:
disegna un fiore
poi...
disegna quattro oggetti che iniziano con F
fai la piantina della tua cameretta (a dire il vero la mia maestra, molto politically correct, disse: disegnate la piantina della stanza in cui dormite -che magari qualcuno dorme in salotto...non ha la cameretta-)
La mia maestra ci faceva seminare i fagioli a scuola, ci leggeva il Sergente della Neve durante l'ora di ginnastica (ehm...), e finché non siamo stati in grado di scriverli sul diario, non ci dava i compiti...
La mia maestra aveva istituito la biblioteca di classe per lo scambio libri.
Andavo a scuola dal lunedì al sabato, avevo una maestra sola, non facevamo inglese, informatica e altre cazzate del genere...
Mi sembra, nonostante questa scuola elementare molto elementare, di essere cresciuta bene, di aver fatto il liceo e l'università senza grossi problemi, di scrivere in un italiano accettabile.

I compiti li facevo da sola, senza l'aiuto di nessuno...sicuramente non della mamma...



lunedì 18 novembre 2013

CHIAMA LE COSE CON IL LORO NOME...

Carne alla tartara...
tartara di bovino adulto
tartara di manzo
e chiamala un po' come vuoi, ma se è carne alla tartara, io voglio, anzi pretendo, l'uovo!

Se ordino un tris di carni crude, e mi dici che c'è la tartara, l'involtino e la carne alla zingara io voglio
La tartara
La carne alla zingara
... e l'involtino ...boh!

Non mi porti:
un po' di carne trita
un po' di carne a fettine
un po' di carne a fettine arrotolata.

Perchè non è giusto!

Aprirei la mia personale crociata contro i ristoranti che ti illudono con Menù elaborati per darti le solite cose...
Ma cadrei nei soliti argomenti, triti e ritriti...

La carne alla tartara, comunque, non è la carte battuta al coltello alla piemontese, poco condita per esaltare il sapore della carne.
E' una carne marinata, un blocchetto di carne cruda più o meno speziata e condita, servita con al centro il rosso di un uovo, oppure con la scodellina con l'uovo, oppure con l'uovo che ti sbattono al momento e filano sulla carne, o ancora già mescolata con l'uovo.
Ma cazzo, ci va l'uovo!!!!

(sono stata maltrattata da un ristoratore su Tripadvisor per avere TIMIDAMENTE detto che nel suo locale non ho mangiato male, ma mi aspettavo di più...)
Montecristo non ridere, giuro, era una valutazione TIMIDA!

giovedì 14 novembre 2013

DONNE... e uomini

In una trasferta milanese di poco tempo fa ho avuto la fortuna di assistere a questo spettacolo.

Ammetto che, mi avessero detto di cosa si trattava, ne sarei stata lontana, ma mi hanno detto solo:
andiamo a vedere la Dandini, e io, nella più completa ignoranza, mi sono ritrovata ad assistere ad un'ora e mezza di racconti toccanti.

Non ho intenzione di farvi la recensione dello spettacolo, non ne sarei capace.

Mi faccio solo tante domande, e le rendo pubbliche, magari qualcuno ha delle risposte:


  • dove sta la linea sottile fra un litigio e una violenza domestica?
  • la violenza è solo una cosa fisica? non è violenza anche quella piscologica?
  • perchè non si parla mai di violenza sugli uomini? 
  • cosa fareste voi? qual è la responsabilità sociale di chi fa lo spettatore, o di chi immagina

Tutto questo diventa ancora meno comprensibile se facciamo una piccola valutazione di massima: 
a volte le persone (uomini o donne) non ti ammazzano, ma ti rendono la vita difficile, complicata, assurda. 

Ho amiche separate in casa da anni, tenute ancorate al tetto coniugale da ricatti o da speranze.
Ma ho anche amici uomini che non vogliono abbandonare la scrivania, che sperano di avere da fare fino a tarda serata, perché a casa con la suocera, la moglie e la zia, non si vive. 

Conosco uomini e donne che hanno scelto la vita, e si ritrovano a impazzire per vedere i propri figli. 

La violenza non sempre finisce con un omicidio...
se 200 donne vengono uccise in un anno per violenze domestiche, quante ce ne sono che soffrono in silenzio e vivono una vita non vita?




mercoledì 6 novembre 2013

SCADENZE

E niente,
siamo fatti così, non si può lottare contro i mulini a vento.
Non so se è una cosa tutta italiana, o se anche all'estero sono così, non ne faccio una questione di nazionalità, non voglio.
Alla razza umana piace arrivare sempre all'ultimo, ormai è un dato di fatto.
Ci piace soffrire, ci da adrenalina.

  • passare con il semaforo arancione
  • sfilare al rosso del passaggio a livello prima che ti si chiudano le sbarre sulla macchina
  • arrivare ai 60 all'ora sotto il casello telepass 
  • pagare la bolletta l'ultimo giorno utile
  • bollare in ufficio esattamente un minuto prima che sia classificato come ritardo
  • lasciare che la lancetta della riserva della macchina sia su un rosso tendente al viola, sotto la linea del misurabile, e con la dicitura autonomia residua sia: zero


C'è chi di questa cosa ne ha fatto un business:
i supermercati.
Perchè io lo so che non è per il bene dell'ambiente e del mio portafogli che fanno la vasca dei minuti contati: quella vasca dove trovi tutti i prodotti che scadono il giorno dopo.
E' perchè sfruttano quella nostra indole di arrivare sempre all'ultimo minuto!
Ne sono sicura, perchè io non ho mai comprato i gamberetti, la finta polpa di granchio, le polpette già impanate prima che inventassero quella roba lì.
Lo so che lo faccio perchè mi piace correre il rischio, arrivare sul filo del rasoio e salvare quel gamberetto dalla pattumiera.


martedì 5 novembre 2013

LA VERITA' , TUTTA LA VERITA'

Il mio collega di ufficio e ed io formiamo la "fossa dei leoni".
La nostra stanzetta è l'unica alla quale la gente accede solo ed esclusivamente dopo aver fatto il segno della croce.
Capisco che entrare in un locale 5 x 5 pieno di scatoloni, con due pc per scrivania, tre telefoni e una marea di faldoni, può fare un certo effetto, ma proprio non capisco questo timore nell'accedere al nostro ameno luogo di lavoro.
A noi piace così: piacevolmente incasinato, rappresentazione della mole di lavoro che ci troviamo a sbrigare, roba che se spariscono troppi faldoni dei clienti, iniziamo seriamente a preoccuparci.
Se non suonasse un telefono ogni 5 minuti, sarei terrorizzata, se non avessi bisogno di due pc per lavorare inizierei a preoccuparmi.
Se al sabato non ricevessi almeno una mail, vorrebbe dire che non sono più indispensabile, idem credo valga per il mio collega.
Che vi devo dire?
Ci hanno cresciuto così, in due si fa il lavoro di 4, se ci fosse lavoro per due, uno probabilmente starebbe a casa, e noi in fondo non abbiamo mai lavorato in altra maniera (se per caso succede di mollare un po', è ora di cercare nuovi clienti, stop).
In tutto questo il capo non si da pace di un piccolo particolare di poco conto:
tanto i colleghi ci stanno lontano, tanto ci adorano i clienti.

Ci si attaccano addosso come piccole sanguisughe (i clienti), ci chiamano anche per la più stupida delle domande
(uno mi ha chiamato per sapere se l'IBAN fose con o senza IT davanti..., io non lavoro in banca)
il motivo credo sia semplice ed elementare: diciamo sempre la verità.
All'inizio può essere cruenta: ti guardano spiazzati.
Perché se dici la verità, la gente non ti crede.
Poi capiscono, e apprezzano.
Il problema sono i colleghi:
sembra che la verità, tutta la verità, nient'altro che la verità, non la vogliano sentire.
Sarà perché alle volte mi scappa di dire che sono delle emerite teste di cazzo?

Ecco, starete dicendo: al cliente mica gli dici che è una testa di cazzo!
Ma nemmeno al collega eh... lo faccio capire, tanto al cliente, quanto al collega.
Solo che se lo dici a uno che ti paga, apprezza, se lo fai gratuitamente, no.

Stavamo pensano di attaccare un cartello sulla porta dell'ufficio:
qui insulti a 1,00 €
In fondo se alla gente piace pagare per essere maltrattata al ristorante, al supermercato e dalla commessa di Calzedonia... forse è così che bisogna fare no?

...c'è anche un altro che mi tratta peggio della commessa di Calzedonia: è il mio moroso, ma quando lo fa normalmente il lo chiamo mio signore e lui indossa qualcosa con le borchie, in quel caso non pago, ma va bene lo stesso.