martedì 5 novembre 2013

LA VERITA' , TUTTA LA VERITA'

Il mio collega di ufficio e ed io formiamo la "fossa dei leoni".
La nostra stanzetta è l'unica alla quale la gente accede solo ed esclusivamente dopo aver fatto il segno della croce.
Capisco che entrare in un locale 5 x 5 pieno di scatoloni, con due pc per scrivania, tre telefoni e una marea di faldoni, può fare un certo effetto, ma proprio non capisco questo timore nell'accedere al nostro ameno luogo di lavoro.
A noi piace così: piacevolmente incasinato, rappresentazione della mole di lavoro che ci troviamo a sbrigare, roba che se spariscono troppi faldoni dei clienti, iniziamo seriamente a preoccuparci.
Se non suonasse un telefono ogni 5 minuti, sarei terrorizzata, se non avessi bisogno di due pc per lavorare inizierei a preoccuparmi.
Se al sabato non ricevessi almeno una mail, vorrebbe dire che non sono più indispensabile, idem credo valga per il mio collega.
Che vi devo dire?
Ci hanno cresciuto così, in due si fa il lavoro di 4, se ci fosse lavoro per due, uno probabilmente starebbe a casa, e noi in fondo non abbiamo mai lavorato in altra maniera (se per caso succede di mollare un po', è ora di cercare nuovi clienti, stop).
In tutto questo il capo non si da pace di un piccolo particolare di poco conto:
tanto i colleghi ci stanno lontano, tanto ci adorano i clienti.

Ci si attaccano addosso come piccole sanguisughe (i clienti), ci chiamano anche per la più stupida delle domande
(uno mi ha chiamato per sapere se l'IBAN fose con o senza IT davanti..., io non lavoro in banca)
il motivo credo sia semplice ed elementare: diciamo sempre la verità.
All'inizio può essere cruenta: ti guardano spiazzati.
Perché se dici la verità, la gente non ti crede.
Poi capiscono, e apprezzano.
Il problema sono i colleghi:
sembra che la verità, tutta la verità, nient'altro che la verità, non la vogliano sentire.
Sarà perché alle volte mi scappa di dire che sono delle emerite teste di cazzo?

Ecco, starete dicendo: al cliente mica gli dici che è una testa di cazzo!
Ma nemmeno al collega eh... lo faccio capire, tanto al cliente, quanto al collega.
Solo che se lo dici a uno che ti paga, apprezza, se lo fai gratuitamente, no.

Stavamo pensano di attaccare un cartello sulla porta dell'ufficio:
qui insulti a 1,00 €
In fondo se alla gente piace pagare per essere maltrattata al ristorante, al supermercato e dalla commessa di Calzedonia... forse è così che bisogna fare no?

...c'è anche un altro che mi tratta peggio della commessa di Calzedonia: è il mio moroso, ma quando lo fa normalmente il lo chiamo mio signore e lui indossa qualcosa con le borchie, in quel caso non pago, ma va bene lo stesso.



8 commenti:

  1. ecco. alle borchie mi è tornata la stessa espressione quando mi hai mandato la mail del bidet. poi fai tu.

    comunque sai che se mi pagassero un tanto ad insulto distribuito sarei ricchissima?

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    1. A chi lo dici... io avrei una rendita tassabile al punto da risanare le casse dello stato :( Quella sulle borchie era l'unica bugia di tutta la mail, ma ci stava così bene come finale...

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    2. ah ah ah ah ah
      ma sì, dai... una bugia borchiata che male può fare?

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    3. fatticazzituoi :) (fa 2€ per l'insulto in pubblico grazie)

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    4. e io non ti faccio più amica :P (daidaidaidaidai che cos'è sta cosa del bidet?!?!?!!?)

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  2. E tu cosa indossi, in quelle occasioni?
    ;)

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